Per celebrare i suoi primi dieci anni, Maison Kitsune cambia faccia.
Proprio come la “volpe magica” ("kitsuné") della mitologia giapponese, simbolo del poliedrico marchio di moda ed etichetta discografica dal 2002, quest’anno Maison Kitsuné esporta il suo stile classico e ricercato in un territorio, quello americano, dove la fashion industry ha un business annuo di oltre 20 miliardi di dollari.
“Una casualità”, affermano Gildas Loaec e Masaya Kuroki, i cofondatori del marchio che combina musica, moda a una lunga lista di collaborazioni internazionali all’insegna della ricerca stilistica, con buon fiuto per le nuove tendenze e uno stile di base profondamente parigino.
Due le anime della Maison.
Da un lato la casa discografica elettro-indie che, forte dell’intuito musicale di Loaec (all’attivo collaborazioni persino con i Daft Punk) ha distribuito in Europa Hot Chip and Wolfmother’s, Two Door Cinema Club e Is Tropical. Dall’altro la moda, con le collezioni che dal 2005 creano atmosfere alla “Take Ivy”, ispirate a maestri di charme come Alain Delon, con uno stile“classico e borghese”, precisa Loaec, “esattamente quello che amiamo”.
“Kitsuné è un A.P.C., ma più cool”, commenta Sarah Lerfel, direttrice creativa di Colette e amica di Loaec da 15 anni, con cui ha anche collaborato in più progetti. “Giovane, buoni basic, dettagli curati e ottimi tessuti”.
Prima l’apertura, nel 2008, del primo store monomarca a Parigi. Poi, all’inizio di quest’anno, il lancio del primo shop all’interno del NoMad Hotel, a New York.
“Non avevamo mai pensato di aprire uno store a New York”, racconta Loaec, ma “NoMad ci ha contattato, dicendo che l’hotel avrebbe avuto un tocco francese, e proprio per questo cercavano un brand francese”, continua Loaec chiosando con un “ci volevano”.
Evocando lo stile della Rive gauche, la boutique Kitsuné all’interno del NoMad è un progetto di Kuroki insieme a TBD Architecture&Design e alla designer canadese Anna Vignale. Connubio artistico che incornicia uno spazio di 1000mq dove sono esposte le ultime creazioni e collaborazioni del marchio parigino della volpe blu, ma anche accessori di altri stilisti affini al gusto della Maison, come le borse Want Les Essentiels de la Vie e le cravatte Alexander Olch. E ovviamente i vinili, tutti targati Maison Kitsuné, inclusa l’ultima compilation realizzata per celebrare il lancio del nuovo store, con la collaborazione di artisti americani della scena underground quali DJ White Shadow e Frances Rose.
Il legame tra moda e musica è noto, ma raramente un marchio ha investito così tanta energia in entrambi i settori, realizzando una linea di abbigliamento sofisticata e mostrando grande fiuto nella scoperta di talenti musicali, soprattutto della scena elettro-indie.
Maison Kitsunè in questo senso può dire di avercela fatta.
“L’energia è giovane, e i vestiti possono essere indossati anche da persone più adulte, che possono permetterselo” spiega Marc Beaugé, giornalista di Les Inrockuptibles e Le Monde Magazine. “I vestiti portano soldi, e le generazioni più giovani amano la musica. Un’ottima combinazione”.