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  • Subdued ed il fashion branding sui social media [INTERVISTA]

    20 Giugno 2012

    Un brand interessante diretto ad un target estremamente appetibile e cangiante. Subdued é un marchio di abbigliamento che colpisce per il suo presidio dei social media. Ho il piacere di intervistare la marketing manager, Laura Gagliardo. Nasce a Roma nel 1980 e dopo una laurea in Scienze della Comunicazione e qualche anno di esperienza come copywriter, entra a far parte dell’organico di Osit Impresa spa e nel 2010 diventa marketing & communication manager dei marchi Subdued e Faire Dodo.

    Come nasce il brand Subdued?

    Subdued nasce a metà degli anni’90 con una sfida, ovvero per realizzare il desiderio di qualunque teenager attenta alla moda: avere per ogni stagione un guardaroba ricco, vario e sempre al passo con le ultime tendenze attraverso un budget di spesa che la rappresenti. Il successivo consolidamento del posizionamento nel mercato avviene grazie al “passa parola” basato sulla soddisfazione dei clienti, evitando di ricorrere all’utilizzo aggressivo delle leve del marketing. Negli anni 2000 Subdued raggiunge il suo obiettivo: essere il punto di riferimento per lo stile più fashion di tutte le adolescenti, mantenendo sempre quel tocco di raffinatezza e cura dei particolari che da sempre lo caratterizzano.

    Qual é il suo target e chi considera come competitor?

    Subdued veste ragazze dai 13 ai 18 anni, attentissime alla moda e alle ultime tendenze. E’ difficile parlare di competitor, Subdued intercetta da sempre i nuovi trend e li trasforma in moda. La cliente entrando da Subdued può scegliere tra un’ampia selezione di capi che rappresentano le ultime tendenze moda con l’inconfondibile stile Subdued. Marchi come Hollister, Abercrombie, H&M e Zara sono invece molto più “settoriali”.

    Il brand é particolarmente attivo sui social media. Quali tra i canali presidiati si rivelano i piu’ efficaci?

    Per stare dietro ai gusti mutevoli di una teenager non esiste mezzo più appropriato del web che permette in poco tempo di raggiungerle ovunque sempre con qualcosa di fresco ed originale. E’ necessario sfruttarne quindi tutte le potenzialità. Ultimamente abbiamo realizzato la nostra prima web radio ascoltabile sul sito subdued.it. Nata per soddisfare il loro bisogno di avere una colonna sonora per ogni momento della giornata, sta andando benissimo perché senza essere invasiva riflette esattamente i loro gusti e permette loro di avere ovunque sono un’accuratissima selezione musicale. Assolutamente indispensabili oggi sono i social network (facebook, twitter e instagram su tutti), il nostro cavallo di Troia per entrare in contatto con loro, ma da soli non bastano a fidelizzare un target che cambia continuamente gusto. Conoscere i social media del momento, usare il loro stesso linguaggio e guardare già a quelli del prossimo futuro, senza mai dimenticare che stiamo parlando con adolescenti che vivono in un turbine di emozioni, per questo è fondamentale che anche la componente empatica del contatto fisico che si ottiene con gli eventi non vada mai tralasciata.

    Come creare engagement attraverso un applicazione mobile?

    Le applicazioni sono un altro mezzo per entrare in contatto con loro, un modo per dire “subdued e tutto il suo mondo sono sempre con te, ci puoi portare anche in tasca!”. Un anno fa abbiamo lanciato la nostra prima applicazione per Iphone e Ipad con lo scopo di offrire loro contenuti di facile e immediata consultazione. Per l’anno prossimo e’ in progetto un restyling per renderla ancora più interattiva. Il target apprezza molto questo genere di mezzi, ma come ho già detto oltre al virtuale va tenuto vivo anche il senso più tangibile di appartenenza che solo gli eventi sanno dare.

    Quali sono le principali sfide del fashion marketing oggi?

    Il fashion marketing oggi deve assolutamente stare al passo con i tempi, conoscere e sfruttare tutte le potenzialità del web e i nuovi stili di consumo e ricerca dei desideri che questo ha generato. Un altro fattore decisivo è quello di alimentare costantemente la componente empatica che influisce sulla scelta finale del consumatore. Non si deve perdere di vista il fatto che il potere finale è nelle mani del consumatore che mai come oggi ha la possibilità di scegliere e di valutare e di farsi emozionare prima dell’acquisto.

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