Sembra che Facebook necessita di un'innovazione, e alla svelta!
Un'analisi apparsa due giorni fa su Technology Review, pubblicazione del MIT di Boston, condotta da Michael Wolff (esperto di media e columnist per The Guardian, nonchè Editor per Vanity Fair e fondatore di Newser), ha suonato un campanello di allarme in merito alle sorti del leader dei Social Network.
A quanto pare Facebook potrebbe rimanere vittima della sua principale fonte di sostentamento: la pubblicità.
Il Social Network trae l'82% delle sue entrate dai banner pubblicitari che appaiono a fianco dei nostri wall o dagli annunci di altre aziende che si sponsorizzano sui nostri profili. Fb ricava appena 5 dollari per utente l'anno, parecchio meno rispetto al New York Times (dove un iscritto varrebbe ancora mille dollari l'anno, o intorno ai 500, secondo le stime di Stefano Quintarelli).
Sistema di remunerazione apparentemente non redditizio, dato che i profitti sono in calo. E se l'azienda non fallisce è solo perchè la velocità di registrazione di nuovi utenti, quindi pagine fertili per nuova pubblicità, è maggiore della svalutazione della stessa.
Da quando la mobile app porta a consultare le pagine di "Faccialibro" da smartphone la situazione ha imboccato una brutta traiettoria, in quanto dallo screen si visualizzano pagine rimpicciolite, con sempre meno spazio per gli annunci pubblicitari.
Come venire fuori da questa nuvola grigia?
Dopo la recente quotazione in Borsa di venerdì scorso, i numeri del Nasdaq confermano che qualcosa scricchiola ed il mercato se ne sta accorgendo. Si fa appello ad un'innovazione: un nuovo modello di business che si fonda su una nuova strategia di marketing in grado di estrarre oro dalla miniera di informazioni collezionate tra le pagine del Social Network.
Guardare le best practice è ciò che sempre si suggerisce quando si deve individuare un modello di sviluppo.
In questo caso il benchmark è sicuramente Google. Il colosso ha trasformato il modo di fare business ed il comportamento degli internauti e la sua macchina attira pubblicità come una calamita.
I 900 milioni di utenti che FB ha conquistato tra le sue pagine sono una risorsa che andrebbe sfruttata meglio e la conoscenza che si cela dietro ognuno di essi è una risorsa non depauperabile su cui FB potrebbe sviluppare una linea strategica profittevole e a lungo termine.
Zuckerberg promette di nascondere tanti assi nella manica ed essere pronto a stupire con nuove "trovate".
Da fedeli utilizzatori del Social Network che ha cambiato le abitudini di networking nell'era digitale, speriamo di non dover assistere al crollo delle mura di Menlo Park.
Credits photo: [ThinkStock]