La settimana scorsa abbiamo seguito in diretta streaming la lezione di Mimì De Maio all'Università Cattolica di Milano ai laureandi in Comunicazione creativa per i media, le imprese e le organizzazioni.
Un intervento molto fresco e coinvolgente che ha rapito gli studenti presenti, con grossa soddisfazione del docente che ha organizzato l'incontro, il prof. Massimo Bartoccioli.
Abbiamo preso qualche appunto mentre partecipavamo virtualmente alla lezione e al tweet stream e poi, insieme a Mimì, abbiamo fatto il punto della situazione sui passaggi ritenuti più interessanti. Ecco cosa ci siamo detti.
Le risorse social media più utili per il marketing
Riferendoti ai social media, hai iniziato la l'intervento elencando e spiegato brevemente come sfruttare alcune risorse social networking. Hai menzionato Facebook, Twitter, Foursquare e Linkedln. Come li hai scelti e analizzati per questa lezione?
Senza community non ha motivo di esistere un social network.
Le piattaforme analizzate sono tra le più affollate del globo e soprattutto sono ormai strumenti che abbiamo compreso e metabolizzato. Ciò comporta un utilizzo tale da garantire grande corrispondenza tra la persona e l’utente.
Se tra gli anni '90 e i 2000 nella realtà dei forum questa corrispondenza veniva meno tra nick falsi e ‘vite parallele’, oggi le nostre pagine sociali diventano sempre di più il prolungamento della nostra personalità off-line.
Li ho analizzati secondo esperienze personali, tanti errori e successi ottenuti, ma anche ricercando tanto e ascoltando. Il buon comunicatore è fatto principalmente di ascolto.
Ho rivolto attenzione anche a social network come Pinterest e Instagram piattaforme dedicate alla condivisione di foto e attraverso di esse quindi, dei propri interessi.
Grazie al loro concept filtrano il meglio eliminando il superfluo e l’eccessiva voglia di autopromozione del singolo utente e delle singole aziende. L’autopromozione estrema rappresenta il canto di una sirena da non seguire.
Con particolare riferimento a Twitter, ti sei dilungato sulle "estensioni" del servizio, cioè sulle applicazioni (interessanti!) che permettono un utilizzo ancora maggiore e rivolto ad utenti target... consigli per le imprese in tal senso?
Il grande scoglio da superare ormai è riuscire a portare gli utenti fuori dal social network. La ricerca si sta muovendo nel cercare di offrire il maggior numero di servizi all’interno delle pagine sociali. Le applicazioni vanno incontro proprio a questa esigenza.
La diretta della lezione in Cattolica è avvenuta grazie a un’applicazione Twitcam che ti abilita la diretta streaming dal tuo profilo Twitter.
Molto interessanti sono Hootsuite, Tweetdeck e Seesmic per monitorare le conversazioni in modo organizzato e professionale utilissimo per i Community manager e Reputation Manager, oppure twitterFeed che permette di condividere automaticamente gli articoli di un blog sul nostro profilo Twitter o Facebook. Inoltre credo molto nello sviluppo di TwitPay che permette di collegare il proprio account Twitter a PayPal e quindi ordinare pagamenti con un tweet.
Le aziende dovrebbero assumere anche un ruolo di promozione di alcuni servizi. Ma il consiglio primario che do è di rivedere i ruoli all’interno dell’organico e ritagliare spazio per un community manager. È perdente oggi pagare grosse commissioni ad agenzie esterne e non implementare nella squadra un c. m. full time.
La Flash Mob Strategy: perchè ha grande potenziale comunicativo
Hai dato enorme spazio al tema dei Flash Mob, analizzando le loro modalità di coinvolgimento a basso costo, sia per organizzare eventi marketing che "festeggiare" occasioni private (per es, hai fatto vedere una richiesta di matrimonio).
In che modo secondo te l'idea dei Flash Mob può essere declinata per aiutare le imprese a comunicare e creare un brand riconoscibile?
Se non fosse stato per i Flash Mob non mi troverei qui a parlare e soprattutto a svolgere il lavoro che ho sempre sognato di fare. Credo che i ragazzi abbiano apprezzato proprio la sincerità del mio messaggio e l’esempio. Ed arrivo alla risposta!
La chiave di volta di una buona azione virale attraverso un flash mob è la sincerità. L’utente è più furbo di quanto si crede per non parlare dei “nativi digitali”.
Quindi riassumerei le caratteristiche che deve avere un flash mob in: originalità, sincerità e messaggio condivisibile.
Il flash mob è la principale azione di Guerriglia Marketing. Consiste nel contestualizzare un brand all’interno di un’azione eclatante. L’utente guarderà l’azione eclatante e automaticamente anche il brand.
Le strade oggi sono due: quella che io chiamo “teatrale” ovvero una messa in scena insolita organizzata (quindi con persone ben definite) in un luogo affollato e rilanciata in rete attraverso un buon ufficio stampa on/off-line. Oppure quella “sincera” (preferisco) che mette il brand in una posizione di offerta di servizio.
Oggi mi piacerebbe vedere un flash mob per assumere giovani in un’azienda, magari nel reparto marketing. Il format potrebbe essere “Presentarsi fuori la sede della azienda X con lo slogan perfetto su un cartello. A seguire i colloqui”.
Il messaggio che filtrerebbe sarebbe: l’azienda è dalla parte dei giovani.
Le tue prossime mosse social? Dai, qualche anticipazione per noi...
Sono a lavoro su un progetto discografico che segna la collaborazione con Sergio Iodice autore di Toquinho e dei brani italiani più famosi al mondo, un incontro tra due generazioni. Sarà un progetto “very social” che fonderà azioni unconventional e conventional, stili musicali vicini e distanti. Sarà presentato in svariati paesi e permetterò a chiunque voglia far parte di quest’esperienza di entrare nella squadra.
Fra qualche mese presenterò la piattaforma di lavoro. Sarà un modo nuovo di promuovere la musica che prenderà spunto dalla rivoluzione che è in atto ma cercherà di sfruttarla al meglio. Il terreno è ancora fertile e da esplorare.
Se siete interessati a (ri)vedere la lezione fatta, potete trovare nel blog di Mimì Mimì un breve report che contiene anche il video della giornata.
Non vi resta che seguirlo!