La recente liberazione dei beagles di Green Hill ha riportato all'attenzione mondiale il tema dei test sugli animali, che rimane spesso ignorato o trascurato. Per evitarlo, Lush ha avviato una campagna mondiale di sensibilizzazione usando una vetrina come palco per una performance dai contenuti forti e crudi che ripeteva su un soggetto umano le sevizie solitamente inflitte agli animali.
Protagonisti dell'esibizione, avvenuta lo scorso 24 aprile (Giornata mondiale degli animali da laboratorio) a Londra, i performance artists Jacqueline Traide e Oliver Cronk, che hanno inscenato la lunga serie di torture che vedete riassunte nel video, costate alla ragazza una buona parte di capelli, sopracciglia, e certamente un pò di dolore.
In molti altri negozi della catena sparsi nel mondo sono state organizzate iniziative simili: a Milano ad esempio i passanti hanno assistito ad una lotta tra due uomini travestiti da scienziato e coniglio.
La forza dell'iniziativa, che in rete sta suscitando parecchio clamore (e qualche accusa di fornire immagini gratuite di violenza sulle donne) viene dalla sua audacia: se movimenti di questo tipo coinvolgono, di solito, solo chi è sensibile alla questione, Lush è riuscita a "bucare quella soglia di indifferenza" sfruttando uno dei miti del nostro tempo, il corpo. E attaccandolo tra l'altro in duplice senso: figurativamente tramite le torture inscenate, e tematizzando nella protesta l'evidente ingiustizia del sacrificio di essere viventi per l'industria cosmetica.
Viene dunque spostato l'asse del potere nella questione, trasformando l'uomo in vittima. Inevitabilmente vengono coinvolti tutti quei passanti che si ritrovano spettatori di una scena alla quale non riescono inizialmente a dare un senso e che li sconvolge. Questo, in sostanza, è l'obiettivo ideologico dell'iniziativa: dimostrare l'insensatezza e la crudeltà dell'uccisione di migliaia di animali per tali scopi.
Nonostante in Europa una legge contro i test sugli animali sia entrata in vigore nel 1993, moltissime aziende continuano ad effettuarli. Lush, con la raccolta firme per la campagna Fighting Animal Testing realizzata assieme alla Human Society International, vuole fare sì che il decreto sia finalmente rispettato e la pratica definitivamente vietata.
Se siete interessati, a questo sito potete dare il vostro contributo e firmare la petizione. Ma diteci intanto che ne pensate. Lush ha osato troppo o ne appoggiate l'iniziativa?