Oggi la moda sfila in rete, grazie ai social network in cui fa da padrona la conversazione: parlare, chattare, twittare (in italiano cinguettare), termini differenti che riportano ai due pilastri del dialogo, ovvero, comunicazione e condivisione.
Ebbene sì, stiamo vivendo un’evoluzione di stile comunicativo anche nel settore della moda passando da eclatanti promesse a uno stile di comunicazione people-oriented. Una comuicazine che piace viene percepita come parte integrante del brand (marketing mix dixit).
Nel primo semestre del 2011 è stato condotto da Ebuzzing (società che si occupa di campagne buzz online) in partership con Ykone (community francese dedicata alla moda e tendenze) una ricerca su come si muovono in rete le conversazioni legate ai brand e alla moda. L’analisi è stata effettuata su 50 milioni di articoli pubblicati, oltre 3 milioni di fonti, in 5 lingue differenti, nei principali share ‘of voice’. I risultati parlano chiaro il 4% dei contenuti dei social media europei si riferisce al settore moda, il 12% di questi riguarda i brand Giorgio Armani, Dolce e Gabbana e Gucci.
Milioni di fan li seguono su Facebook, condividono contenuti relativi alle proprie icone di stile e grazie agli smartphones rendono partecipi altri utenti alla propria shopping experience, innestando una vera e propria reazione a catena che riguarda lo sharing e commenti sull’argomento in una logica di ascolto e dialogo continuativo.
Viene creata un’empatia che racchiude condivisione di valori e di stili che mira a protrarre nel tempo quella logica di ascolto e dialogo continuativo di cui parlavamo in precedenza, il tutto affiancato da iniziative ed eventi che coinvolgono i fan.
Alcuni esempi su Tumblr: Hermès nel blog Paris Mon Ami dà la possibilità ai propri fan di creare e condividere contenuti multimediali grazie all’uploading di contenuti personali (foto e video).
Desigual gioca sul proprio brand facendo in modo di non prendersi troppo sul serio utilizzando un un tono di voce divertente, rendendosi così più desiderabile dal pubblico. Organizza eventi interconnessi a livello mondiale in cui i propri fan partecipano attivamente. Un esempio? Le Half naked advetures! Arrivare in underwear e vestirsi direttamente in negozio.
Per quanto riguarda il fashion- blogging, invece, spopola sul web The Sartorialist con una grafica semplice e d’impatto in cui le immagini ad alta risoluzione sono accompagnate da ‘pulsanti share’ che permettono il passaparola. La sezione 'on the street' dà proprio l'idea di come la moda sfili per le strade che percorriamo tutti giorni, quasi a ricordarci che noi stessi siamo i veri protagonisti.
Esempio italiano che conta più di 10 mila fan su Facebook è Frizzifrizzi, una finestra sul mondo della moda e non solo, si possono trovare info di ogni genere passando in rassegna musica, arte ed eventi.
Allora che dire? Siate liberi di fingervi l’immensa Anna Wintour direttrice di Vogue, siate liberi di esprimere le vostre opinioni, siate liberi di condividere le vostre shopping experience, siate liberi di esprimere il vostro stile.