Lo stato di Israele nasce nel 1948, ma è dalla sua costituzione che i confini e le problematiche legate alla sua legittimità si susseguono. Terra a maggioranza ebraica, entra nelle cronache mondiali quasi esclusivamente per le questione legate ai rapporti con i paesi limitrofi, soprattutto la Siria, e tutto ciò che concerne la difficile questione della Striscia di Gaza.
Geograficamente si affaccia sul Mar Mediterraneo e gli abitanti sono circa 7 milioni.
Israele è però considerato uno dei paesi più avanzati del Medio Oriente. Con le sue 8 università pubbliche, è uno dei paesi al mondo con il maggior numero di laureati (circa il 20% della popolazione), ed è nota per essere uno dei paesi con il più alto numero di startup al mondo e ed è la seconda al mondo, dietro solo agli Stati Uniti d’America, per aziende quotate al Nasdaq.
Il suo PIL, il 51° al mondo, è speso per ben il 6% in ricerca e sviluppo e il 40% delle aziende sul territorio sono industrie tecnologiche.
Forte di una grande immigrazione russa, i rapporti tra questi due stati si stanno intensificando, dando vita ad idee che cerchino di contrastare l’avanzata di Cina e India. Israele è però riconosciuta da molti come un territorio ricco di opportunità. Sul suo territorio è possibile incontrare una quantità elevata di incubatori, centri di ricerca e sviluppo di grandi aziende come Google, Inter e Orange.
Alla base vi è un forte capitale di rischio, linfa vitale per i progetti startup.
Oggi sul territorio ci sono circa 31.000 startup, che hanno il vantaggio di vivere un paese relativamente piccolo, in cui gli spostamenti, soprattutto di idee, sono quindi veloci.
C’è chi sostiene che il sistema VC israeliano sia al collasso, ma che l’apertura ad internet, con l’acquisto da parte di Facebook di una startup made in Israele, possa risollevare la situazione.
Insomma, Israele risulta comunque uno dei territori più interessanti per il mondo startup.
Nel caso foste interessati, le lingue prevalentemente parlate sono l’ebraico e l’arabo, ma con un ambiente internazionale e vivace come quello israeliano anche con l’inglese si può sopravvivere.
See you in Israel? :)