Da #morattiquotes, passando per #sucate, fino ad arrivare a #dilloaobama: l’ironia della Rete si è abbattuta sulla politica, come abbiamo raccontato in questo post. E tutto questo è stato permesso dalla progressiva adozione di massa dei social network da parte della popolazione italiana.
Le ultime elezioni amministrative sono state caratterizzate da una campagna elettorale a dir poco incandescente. Ma del durissimo “duello” fra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, la cosa che più ci interessa è la dinamica di “ribaltamento del senso” messa in pratica dagli elettori interconessi.
Una pratica co-generata di ironia collettiva che ha sbeffeggiato il plateale “colpo basso” della Moratti utilizzando (inconsapevolmente) la tecnica della “sovraidentificazione” mutuata dal communication guerrilla.
Contrassegnando i propri tweet con l’hashtag #morattiquotes, sono infatti nate le fantasmatiche accuse a Pisapia sotto forma di dichiarazioni della Moratti, a metà tra i famigerati Chuck Norris Facts e le battute pubblicate da spinoza.it.
Tra i più riusciti “L’arbitro Moreno era Pisapia travestito“, “Pisapia è il vero padre di Luke Skywalker“, “Pisapia ha fatto chiudere il Festivalbar”, ma potete cliccare qui per trovarne a centinaia.
E’ come se l’archetipo del “giullare”, il burlone che sfotte il potere e che ne annienta gli intenti manipolatori, si fosse incarnato in un nuovo soggetto politico, quello di Internet.
Forse noi italiani non saremo “indignati” come gli spagnoli, e il nostro modo di sovvertire il sistema avverà in modo più consono al nostro carattere. Ma quello che molti commentatori politici non hanno compreso nè evidenziato abbastanza è che è nato un nuovo modo di fare politica, che prende energia dalla rete nei social network, per materializzarsi nelle strade.
In questo nuovo modo di fare politica, come ci ha spiegato il blogger di Obama, chi sostiene il cambiamento è in vantaggio.
be ninja