Ciclicamente su Facebook tornano a ripetersi i rumor del lancio di una nuova feature, il cosiddetto "dislike button", il fantomatico pulsante per dire che non piace un contenuto condiviso da un amico o su una pagina cui si è affiliati.
La scorsa settimana il fenomeno si è ripetuto: a macchia d'olio si è infatti diffusa in tutto il social network la voce che fosse possibile installare la funzionalità aggiuntiva. La notizia giungeva come un normale invito di un amico della propria Rete che raccomandava l'installazione del "dislike button", con un link dove scaricare il plug in per generare il pulsante.
L'invito, però, nascondeva un inghippo.
Il post "portatore" di malware, non necessariamente in italiano (ne abbiamo individuati alcuni anche in spagnolo, inglese e francese), che appare in bacheca è così:
Purtroppo, così come già capitato all'inizio di maggio con la proposta di vedere le foto di Bin Laden morto (sotto, una delle tante fanpage con i link malevoli), la notifica inviata dall'amico a usufruire della nuova feature era in realtà generata autonomamente all'attivazione del link, mentre l'app in questione altro non era che un malware, il quale invece che installare il tanto agognato pulsante abbassava le protezioni dei dati personali registrati sul profilo e, ovviamente, rendeva possibile il passaggio di virus informatici.
Non è la prima volta che la voce del rilascio del "dislike button" si sparge in rete: già lo scorso agosto Mark Zuckemberg, dopo un analogo caso di diffusione malware, si era affrettato a specificare che non è in programma il rilascio da parte di Facebook di una feature che permetta questo tipo d'interazione (nel video sotto, la segnalazione diffusa la scorsa estate).
Eppure, questo non ha impedito il propagarsi di questo link malevolo: fortunatamente, il passaparola fra gli status degli utenti ha permesso di isolare il malware, evitando così il propagarsi dell'infezione.
Per evitare brutte sorprese , è importante quando viene notificato l'invito ad utilizzare un app o a visualizzare un video o una fotografia, capire se l'invio è stato generato da una segnalazione automatica insita nell'oggetto malevolo o se, invece, è effettivamente un'azione compiuta volontariamente da qualche amico.
Bastano pochi accorgimenti, quindi, per evitare di mettere in gioco i propri dati personali e la "salute" del proprio hardware!