Sono davvero pochissimi i posti ancora disponibili per partecipare al corso di specializzazione in Social Media & Mobile Marketing powered by Ninja Academy che si terrà a Milano il 21 e 22 gennaio! Il corso sarà tenuto da tre Ninja Master d’eccezione: Mauro Rubin (CEO di Joinpad), Simone Tornabene (CMO di Viralbeat) e Alex Giordano (Strategic Planner di Ninja LAB).
Come sapete il Ninja Candy è terminato: la candidatura più bella/interessante/creativa vincerà un ingresso gratuito al Corso, ma tutte verranno pubblicate nella home page di Ninja Marketing e nella sezione Mobile di Ninja Marketing.
In attesa di sapere chi sarà il vincitore di questo Ninja Candy, ecco la candidatura che Akio Takemoto ha pubblicato sul blog di Crossing TV e ci ha segnalato alla pagina fan di Ninja Academy su Facebook!
Smartphone=smartworld? (per Ninja Candy)
Da pochi giorni a questa parte uso uno smartphone Android. Cento iuri, un piano tariffario consigliato da un amico (grazie Lenny) ed il gioco è fatto. Ora sono sempre connesso, 24 ore su 24. Niente più mail da leggere quando arrivo a casa, niente più strade sbagliate (sì, il coso da cento iuri ha anche il gps), chiamate Skype che non mi costano nulla, etc.
E poi ci sono decina di app utili e tutti i must di oggigiorno: Twitter, Foursquare, Places, Retro Camera, etc.
Tutto molto smart, non c’è che dire, ma… c’è sempre un ma… Un vecchio luogo comune vorrebbe l’Italia e gli italiani una decina di anni indietro rispetto al resto dell’Occidente, e bisogna ammettere che a volte la sensazione è proprio quella.
Mio padre è nato in un paese in cui è sempre più normale pagare con il credito del cellulare: avvicini l’apparecchio a un sensore ed è fatta, niente moneta, niente carta di credito. Veloce e smart. L’altro giorno, invece, in treno viaggiavo ticketless (non nel senso che non avevo fatto il biglietto, ma che avevo prenotato online). Si avvicina il controllore e gli porgo lo smartphone con la mail di conferma della penotrazione.
“Non ci leggo, l’è troppo piccolo”
Il controllore ha la sua età… è di quelli un po’ ingobbiti, sempre acidi, occhiali piccoli e sulla punta del naso, e poi credo fosse di Pisa…
“Ah, ok. Aspetti che ingrandisco”, rispondo sorridendo (non mi va di litigare, in fondo fa un lavoro di merda).
“Ma dov’è il codice, ‘un lo trovo. Perché non le stampa’e queste prenotazioni… un foglio di ‘arta che costa! Sempre con quei cosi in mano vo’altri”
Insomma, il controllore non era proprio smart (e, sì, era proprio pisano).
Altro esempio. Twitter sta rivoluzionando il concetto di informazione e comunicare. Un flusso costante, locale e globale. Un aggregatore mediato dal fattore “umano”. Un mezzo polimorfo che si adatta a necessità e situazioni. Un mezzo sviluppato prevalentemente per l’ambiente mobile (i 140 caratteri, gli stessi contenuti in un sms, ne sono una prova inconfutabile). In Messico per migliorare la difficile e pericolosa convivenza di una spietata guerra fra narco-trafficanti l’uso dei cinguettii è diventato essenziale. “Non passate da lì, sparatoria in corso”, etc. Un servizio che i media mainstream non riescono proprio a fornire. In Tunisia, in questi giorni di proteste, Twitter è uno degli strumenti fondamentali di dissenso (sia a livello organizzativo che di espressione). E questo, tanto per fare un paio di esempi, in paesi che non fanno neanche lontanamente parte del G8.
Io (lo ammetto con vergogna), una sbirciata alla timeline la do abbastanza di frequente. Quasi ossessivamente. Se a questo si aggiunge che followo (orribile neologismo, lo so) prevalentemente persone che abitano a Bologna, se ne dovrebbe evincere che questo connubio locale-web mi permette di vivere la città al meglio. E invece no. Mi ritrovo bloccato su un autobus, in attesa che un esercito di pulotti in anti-sommossa facciano salire su un treno una mandria di tifosi inferociti (chissà poi perché son sempre tutti così incazzati allo stadio quando sette giorni su sette da ormai sedici anni se lo prendono dove non batte il sole per ben altri motivi). Sono lì seduto in attesa, col mio smartphone in mano a leggere la mia timeline piena di cinguettii sui risultati delle #partite e su #CheccoZalone. Neanche uno che si fosse degnato di informare che “il #traffico a #Bologna nei pressi della #stazione è bloccato”. Ancora una volta, molto poco smart.
E Foursquare, altra applicazione nativa del web mobile? Be’, vi basti sapere che l’unico a Bologna che ha fiutato la possibilità di sfruttarlo commercialmente è il titolare dell’Armeria Alfredo Bigi, e potete ben immaginare quanto io sia felice che “se fai 2 check-in in 5 giorni avrai il 10% di sconto su tutti gli articoli in negozio, escluse le armi da fuoco”…
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In bocca al lupo Akio! ;-)
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