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  • Come attivare il buzz: 6 consigli tratti da Forrester e da Emanuel Rosen

    28 Settembre 2010

    Devo ammettere che il blog dell’associazione che io e Alex abbiamo contribuito a fondare, il Wommi (Word of Mouth Marketing Italia) sta sfornando articoli molto interessanti. A proposito voi siete iscritti al Wommi? Se non lo avete ancora fatto, sappiate che è il modo migliore per entrare in contatto con i professionisti italiani del passaparola. E’ proprio dal blog del Wommi che ritrovo un vecchio schema che stavo cercando. Realizzato da Forrester suddivide i media in: OWNED MEDIA (vale a dire i website, gli account social, i blog), PAID MEDIA (display advertising, paid search, sponsored post, ecc.) , EARNED MEDIA (quelli attivati grazie al passaparola, ad attività di word of mouth marketing, alla pubblicazione spontanea di supporti virali). Eccolo qui con relativi ruoli all’interno della strategia di comunicazione, benefici e problematiche. Questa tripartizione ci risulta davvero utile per assegnare ad ogni tipo di media il giusto ruolo all’interno di una social media strategy davvero efficace. L’altro spunto per scrivere questo post mi viene da una intervista all’esperto di marketing del passaparola, Emanuel Rosen, autore di Anatomy of Buzz, che, intervistato da Guy Kawasaki, evidenzia alcuni aspetti fondamentali delle dinamiche del word of mouth. Da queste due interessanti letture traggo alcuni consigli per chi non si accontenta degli effetti di una campagna di comunicazione tradizionale (la pubblicità per intenderci) ma ambisce ad attivare il passaparola: 1) SOSTIENI E ACCELERA IL BUZZ, ALTRIMENTI MORIRA’ PRESTO Si hai capito bene, non basta caricare il tuo fantastico video virale su YouTube o aprire la nuova pagina fan su Facebook! Ti consiglio di riservare un budget appropriato ad una seeding strategy (strategia di inseminazione), magari messa in atto da una agenzia accreditata e competente (non chiederlo al tuo centro media o all’agenzia di advertising, quelli sono abituati ai monologhi non alle conversazioni). 2) OFFRI AL TUO PUBBLICO SEGNI DI RICONOSCIMENTO IDENTITARI Le persone fanno passaparola per creare realazioni ed  esprimere la propria identità: allora diamogli oggetti meravigliosi come l’iPad da mostrare, badge come fa Foursquare. Noi alla Ninja Academy diamo a fine corso un basco da guerrillero della comunicazione ! 😉 3) REGALA PRODOTTI GRATIS PER ABBATTERE LA BARRIERA DEL PREZZO (certo non li regalerai a tutti ma solo a quelli in grado di parlare e influenzare gli altri. A proposito stiamo per aprire una rubrica di test di prodotti tecnologici: uffici stampa fatevi avanti!) 4) CREA UN SISTEMA SOLARE DI “OWNED MEDIA” (la possibilità di parlare direttamente al pubblico grazie ai media che puoi controllare  è oggi impagabile!) 5) RICORDATI CHE GLI “EARNED MEDIA” SONO IL RISULTATO DEL COMPORTAMENTO DEL BRAND (devi imparare ad ascoltare e conversare in modo da capire quando è il caso di stimolare il passaparola sui media che parlano di te. Se invece non ottieni “earned media” vuol dire che a nessuno interessa il tuo prodotto – o la tua comunicazione – ed è da lì che devi ripartire!) 6) I VECCHI “PAID MEDIA” NON SONO MORTI, TI SERVONO DA CATALIZZATORE (e qui casca l’asino! come facciamo a far capire a tutte quelle divisioni interne all’azienda che il centro media deve lavorare in sinergia con la social media agency per dare il boost alle attività di seeding?: i.e. Sganciate i denari please, togliete un paio di spot a De Sica e Totti e metteteli sui progetti relazionali in grado di potenziare il passaparola). In definitiva, occorre saper bilanciare bene nuovi approcci e media tradizionali. Tuttavia ancora assistiamo alla creazione all’interno delle aziende di fantomatiche unità di marketing non-convenzionale o di brand innovation. Nomi altisonanti davvero, che di fatto sono capitanate da giovani manager di belle speranze ma con ridicole capacità di spesa. E i budget che contano vengono spesi sempre con le vecchie logiche dei centri media (Dott. Zampetti, mi dica, la facciamo la paginetta su questa bella free press?) Bhè, fateci sapere cosa ne pensate di questa breve lista, sicuramente non esaustiva, ma speriamo utile a scatenare il dibattito al prossimo meeting sulla strategia di comunicazione della vostra azienda. E come sempre. Be Ninja!