Buone notizie quelle che arrivano da Nielsen in relazione agli investimenti nel mercato pubblicitario, che si è confermato in buona salute nella prima metà del 2010. Nel solo mese di luglio, infatti, grazie anche all’effetto Sudafrica 2010 la variazione della spesa pubblicitaria rilevata da Nielsen è stata del +8,4% rispetto allo stesso mese del 2009.
Grazie a questo risultato il dato progressivo relativo ai primi sette mesi dell’anno vede il mercato in crescita del +4,9% per un fatturato complessivo di oltre 5 miliardi di Euro.
Dai dati Nielsen emerge una crescita che riguarda tutti i media principali, ad eccezione della stampa, e tutti i settori tradizionalmente più importanti per il mercato pubblicitario. In particolare l'istituto d'analisi evidenzia la ripresa degli investimenti delle aziende nel settore automobilistico (+34,7% nel singolo mese di luglio rispetto al 2009).
Andando nel dettaglio dei singoli mezzi, radio e internet si confermano i media più brillanti nei primi sette mesi del 2010 con crescite notevoli. Rispettivamente infatti i dati recitano +13,3% e +17,8%. Su internet sono stati media/editoria (+60,4%), telecomunicazioni (+14,9%) e automobili (+ 27,4%) a trainare la crescita.
La stampa invece non riesce ancora ad intercettare in pieno la ripresa del mercato pubblicitario. Soltanto i quotidiani sono in crescita rispetto allo scorso anno (+3,8% la commerciale nazionale nei primi sette mesi), mentre i periodici (-9,3%) e la free press (-10,9%) sono ancora in calo rispetto al 2009.
Infine cresce anche il numero delle aziende inserzioniste: fino a luglio Nielsen ne ha rilevate infatti 15.769 ovvero oltre 100 in più rispetto al 2009 (+0,7% la variazione percentuale). Grazie agli investimenti di 2.503 aziende, internet è stato il mezzo con l’aumento più rilevante di inserzionisti (+24,0%). Anche la tv ha beneficiato di un forte aumento di investitori (+11,0%), soprattutto sulle emittenti che hanno trasmesso i mondiali di calcio tra giugno e luglio.
Buone notizie per il mondo del marketing insomma: che la crisi abbia davvero imboccato il viale del tramonto?