Vi proponiamo due spunti notevoli di azioni ambientali sulle automobili. Le macchine parcheggiate nei centri urbani sono da tempo considerate uno dei veicoli principali (perdonate il gioco di parole...) per la comunicazione di guerrilla.
La prima viene da Milano, per promuovere Urban Island 09, un blog che raccoglie le iniziative relative al mondo di design e arte nel quartiere Isola di Milano. Giocando sul concetto di "isola", si è scelta la metafora della canna da pesca: alle antenne delle automobili viene quindi applicato un galleggiante, con messaggio annesso.
La seconda viene dalla Francia. Per mettere in evidenza il produttore di cornici L'Eclat du Cadre, la BDDP & fils di Parigi ha pensato di utilizzare gli specchietti delle macchine parcheggiate.
La fonte, in entrambi i casi, è adsoftheworld. E proprio leggendo tra i commenti del popolare sito sull'advertising, sorgono due grossi dubbi.
Il primo: in diversi casi tra i commenti si legge "Dont' touch my car!", ossia "non toccate la mia macchina". Piuttosto prevedibile, dato che non si tratta di un semplice volantino sotto il tergicristallo, ma di oggetti applicati anche ad apparati delicati dell'autovettura (come l'antenna).
Secondo dubbio: è possibile comunicare al target giusto? Pensiamo ad una donna di mezza età, magari casalinga, che esce dal parrucchiere e si trova una campagna per un blog sul mondo dell'arte: comprenderà il messaggio? Lo ignorerà o andrà su tutte le furie?
Queste erano le mie perplessità: voi che ne pensate?