Quando pensiamo al termine crowdsourcing i primi settori che ci vengono in mente sono senza dubbio quelli del marketing e del teleavoro che consente a migliaia di persone, da luoghi lontani fra loro, di contribuire ad un unico progetto. Uno degli esempi più banali è infatti Wikipedia, ma ne trovate molti altri nel nostro post sul Socialismo 2.0.
La notizia è che tale sistema di lavoro collettivo non è stato utilizzato anche per scopi "creativi". Stiamo parlando del lavoro di Aaron Koblin, artista ventisettenne di San Francisco che ha creato diversi progetti servendosi del Turco Meccanico. Quest'ultimo è un servizio di telelavoro di Amazon grazie al quale qualsiasi datore di lavoro può postare una Hit (Human Intelligence Task) e chiedere a un navigatore di eseguire il lavoro per pochi centesimi di dollaro.
Come apprendiamo da Repubblica, è da poco partito un nuovo progetto. Recentemente Aaron Koblin e Daniel Massey hanno infatti invitato ai turchi meccanici la richiesta di ascoltare una nota Midi e ripeterla a voce registrandola con un microfono. Dalle oltre duemila voci raccolte hanno ricavato una versione surreale di Daisy Bell, nota canzone popolare americana.
Il lavoro di Koblin ha ispirato diversi altri progetti di Crowdsourcing Art, elencati anche nell'articolo che vi segnaliamo. Il fenomeno è ancora ai suoi inizi, ma pensiamo che possa essere un'idea vincente per una nuova forma di arte. Un'arte le cui opere non saranno più vincolate a singole persone e luoghi, categorie che perdono di senso a favore di collettivismo e distacco dai luoghi fisici.
Per restare in tema, vi segnaliamo anche un'altra ottima lettura: si tratta di un post su Digimag di Giulia Baldi sullo stato dell'arte del Crowdsourcing nel quale vengono evidenziati anche i suoi attuali limiti.