Torna al CCCB di Barcellona dal 4 al 6 febbraio per la sua sesta edizione The Influencers: festival d'arte, guerriglia della comunicazione e intrattenimento radicale, a cui avevamo assistito anche noi Ninja lo scorso anno.
Il collettivo d-i-n-a presenta un think tank di tre giorni dedicato a progetti di comunicazione non convenzionale, esperimenti creativi, che toccherano diverse discipline e ambiti con un obiettivo comune: scoprire forme peculiari ed innovatrici di trasmettere i messaggi in un ambiente mediatico sempre più caratterizzato dalla distrazione e dal rumore di fondo.
In questo territorio ibrido assistiamo simultaneamente a tre fenomeni chiave: la contaminazione tra i codici dell'arte contemporanea e una sensibilità vicina all'attivismo sociale; la mutazione delle subculture in cultura popolare; la sperimentazione di nuovi canali di comunicazione e i cortocircuiti all'interno dello spazio metropolitano e suburbano.
I protagonisti di questi progetti sono artisti e collettivi indipendenti, che lavorano con metodi, che possono ricordare le tattiche di guerra della guerriglia: rapidità, astuzia, economia delle risorse e molta visibilità in brevi momenti chiave. È la comunicazione guerriglia.
The influencers presenta in questa edizione progetti, che nascono dalla combinazione tra una sensibilità verso ciò che è strano e il desiderio di favorire, a modo suo, il cambiamento sociale. Sebbene non abbia un tema centrale, il festival invita in questa occasione ospiti che pianificano azioni orientate alla vita al di là del consumo, da un lato proponendo strategie di sopravvivenza DIY ("do it yourself") forse utili per il giorno in cui il festino delle marche sarà terminato. Dall'altro lato, questa edizione è caratterizzata da storie rischiose, persino pericolose. Rischi che si prendono quando si forzano le frontiere fisiche, estetiche, legali o politiche della nostra società, o quando si sfida l'immaginazione collettiva per desiderare l'impensabile.
Gli ospiti di questa edizione dimostrano che rischiare è possibile, e sebbene non sia facile, può essere divertente e, soprattutto, molto istruttivo.
Partecipano impostori rei confessi e reticenti (ma per una buona causa), come The Yes Men, che hanno soppiantanto con successo portavoci di istituzioni internazionali e grandi multinazionali come OMC o McDonald's o si sono valsi di false edizioni di mezzi di comunicazione per mettere in ridicolo il funzionamento di corporazioni e il mondo finanziario.
Si conterà sull'intervento di Steve Kurtz, artista accusato di bioterrorismo, fondatore del Critical Art Ensemble, un pioniero dell'esplorazione dell'intersezione tra arte, teoria critica, tecnologia e attivismo politico.
A seguire, il progetto Donkijote, in mostra al centro di arte LABoral (Gijón), presenta un viaggio documentale attraverso paesi e minuscole strade d'Italia, Olanda e Asturie, accompagnato da un asino carico di teconologia utilizzata per registrare questo strano percorso.
L'immagine gentile ed ecologica della bicicletta crollerà grazie agli americani Black Label Bike Club, che hanno reso le proprie bici senza pedali il loro principale mezzo d'espressione.
In questa edizione sarà presentato un altro artista, che amplia il panorama della street art: il francese Zevs si occupa da oltre una decade della modificazione dello spazio pubblicitario delle città con azioni precise che alterano il significato del messaggio e della marca.
Joan Leandre trasforma in maniera instancante i parametri che vigono nei videogiochi commerciali, rendendo i titoli convenzionali fonti di immagini illusiorie, quasi allucinazioni.
Infine, gli italiani IOCOSE, in collaborazione con Falegnameria Sociale, presenteranno un affilato artefatto di un funzionale disegno scandinavo, facile da assemblare, che rende a portata di tutte le tasche la pena capitale. Grazie a Sokkomb, i cittadini potranno farsi giustizia da soli con alcuni giri della classica chiave Allen.
Per ulteriori informazioni sul programma è possibile consultare la pagina web ufficiale del progetto: http://theinfluencers.org/