All’inizio di quest’anno, un gruppo di analisti del team di Facebook, ha intrapreso un progetto che ha l’obiettivo di monitorare gli stati d’animo dei utenti di Facebook, attraverso la misurazione degli status di Facebook, che se considerati globalmente, possono essere un buon metro di misura della felicità/infelicità degli utenti.
Ogni giorno infatti, tramite gli aggiornamenti degli status, noi (in questo caso però si parla solo degli utenti USA) tendiamo a trascrivere le nostre emozioni/stati d’animo, rispondendo alla domanda “A cosa stai pensando?”.
Questi studi hanno permesso la nascita del “Gross National Happiness Index”, tradotto in italiano sarebbe il FIL - Felicità interna lorda, un indice che analizza quali siano stati i giorni più felici e più tristi dei “facebookini” americani.
Il team di Facebook ci tiene a precisare che il sistema di analisi utilizzato per rilevare il GNHI, ha tutelato la privacy degli utenti: “Non abbiamo mai letto i vostri messaggi di status, la ricerca è il frutto di un’analisi computazionale che non richiede intervento umano e che conteggia le parole solo dopo aver eliminato tutte le informazioni personali inserite nel profilo utente“.
Innanzitutto secondo la ricerca, quando vogliamo esprimere sentimenti/emozioni positive, tendiamo ad essere più logorroici. L'aspetto più importante della ricerca è quello che però riguarda i giorni più felici e più tristi dell'anno.
I giorni in cui gli americani sono stati più felici, per la maggior parte combaciano con giorni di festa, quindi con il “giorno del ringraziamento”, con il “4 Luglio”, Hallowen, Natale e Pasqua, a cui si aggiunge il 5 Novembre 2008, giorno in cui gli americani hanno celebrato la vittoria elettorale di Obama, 44° presidente degli Stati Uniti.
I giorni più tristi degli americani sono invece stati il 22 gennaio 2009, giorno del crollo del mercato asiatico (cha ha dato inizio alla crisi delle banche e alla recessione mondiale) e della morte dell’attore Heath Ledger, e il 25 giugno 2009, giorno della morte di Michael Jackson, prima morte caratterizzata da altissima copertura “social mediatica”.