Ormai le aziende si sono lanciate a capofitto in prima persona nel mondo dei social media. In una prima fase le società si rivolgevano ad agenzie specializzate (o improvvisatesi tali, ma questo è un altro discorso…). Ora, grazie a quel poco di esperienza carpita agli specialisti e a qualche impiegato volenteroso e smanettone, anche le aziende stanno arrivando in prima persona sui social media.
Il problema, però, è che spesso si tratta di una mera presenza passiva, conta solo il fatto di esserci ma non si dà un effettivo contenuto all’attività di social networking. Questo quando l’attività non viene addirittura svolta male, comportando seri danni alle aziende, come abbiamo visto poco prima delle vacanze.
Come fare allora per orientarsi in questo nuovo universo che si è di fatto aperto alle aziende? Una dritta utile ce la dà il sempre ottimo Conversation Agent in un interessantissimo post.
Secondo Valeria Maltoni, mentre in passato la posizione ufficiale di una compagnia era l’unica posizione pubblica da essa espressa, oggi il lato pubblico di un'azienda è costituito da un’insieme di diversi elementi. Questi ultimi dovranno essere allo stesso tempo molteplici e coerenti fra loro. Essenzialmente, si tratta di arrivare al macro attraverso un insieme di micro che vanno dagli impiegati ai partner dell'azienda.
Oggi i corporate social media si stanno spostando dal macro al micro. I punti chiave da seguire sono i seguenti:
- seguire la passione per il business, il lavoro, l’azienda e il brand
- trovare i punti di contatto opportuni, persone in prima linea a contatto con i consumatori
- attivare la collaborazione interna attraverso chat e strumenti comuni che mettano in contatto i dipendenti
- controllare LinkedIn e altri social media per capire chi già li utilizza a livello personale
- costruire reti interne e utilizzare i contributi che da esse vengono fuori
Tutto ciò serve a portare la cultura del social media all’interno dell’azienda. Una volta raggiunto questo obiettivo, a beneficiarne sarà l’immagine che l’azienda dà di se sui social network. Si tratta di una base fondamentale, in quanto ancora troppe compagnie iniziano ad agire sui social prima ancora di aver deciso cosa fare. Le aziende hanno invece l’opportunità di partire dagli aspetti micro con interazioni umane che avranno una risonanza macro su consumatori, partner e dipendenti.
Il punto sta proprio qui: le interazioni micro permetteranno un’esperienza migliore rispetto ad un asettico messaggio macro. È sempre vero, infatti, che la connessione più efficace è quella che si realizza a livello emozionale, quella che sentiamo creata ad hoc per noi e non realizzata in maniera fredda e generica.
Ad aiutare i novelli social media marketer ci pensa anche Diva Marketing Blog, con un post che racchiude le 5 cose da fare e le 5 da evitare (dos & don’ts):
Dos
1. Comprendere che il social media marketing è più efficace quando è un dialogo aperto e trasparente e non un modo di veicolare messaggi promozionali.
2. Prendersi il giusto tempo per ascoltare la voce diretta dei propri consumatori e delle persone coinvolte in conversazioni digitali che riguardano il brand prima di mettersi in gioco.
3. Dare ai social media il rispetto che si deve a ogni strategia di marketing credibile e sviluppare un piano che include scopi, obiettivi, misurazione del successo e direttive di contenuto dal valore aggiunto.
4. Rendersi conto che bisognerà dedicare delle risorse che comprendono tempo, denaro e risorse umane significative.
5. Comprendere i benefici, così come le limitazioni, di strumenti e tecniche come i blog, i social network, Twitter, etc. prima di dar vita all’iniziativa.
Don’ts
1. Non supporre che il social media marketing sia qualcosa di miracoloso che può trasformare un prodotto o servizio povero di qualità in un super brand.
2. Non lanciare un piano di social media marketing senza che la tua organizzazione (inclusi i manager, i PR, il dipartimento legale, etc.) ne comprenda i rischi e allo stesso tempo i benefici e ne abbia definito la direzione perchè i social media cambieranno le dinamiche del business.
3. Non lanciare una strategia sui social media senza averla prima processata internamente in modo da poter ricevere da ogni dipartimento le informazioni appropriate.
4. Non scegliere come supervisore una persona che non comprenda l’impatto della cultura dei social media (onestà, trasparenza, autenticità) e non abbia uno spirito di generosità.
5. Non iniziare una strategia sui social media finché non desideri che la tua azienda sia percepita come innovativa, orientata al cliente e proiettata verso il futuro.
Concludiamo, restando in tema di social media, con la ricerca di Oneupweb che abbiamo recentemente tradotto e pubblicato: la trovate qui
Bene, seguendo tutti i consigli che vi abbiamo dato finora dovreste essere in grado di porre le basi per una strategia di social media marketing accettabile. Trovate il tutto un po’ complicato e avete paura di sbagliare? Beh, senza fare nomi, potete sempre rivolgervi a ninjamarketing alla consulenza di un’agenzia esperta…