Alla Forrester Research ci si occupa da anni di ricerche sullo stato dell'arte del mondo del marketing. Gli studi vengono sviluppati attraverso interviste in profondità ad esperti del settore; attraverso i loro piani per il futuro, i progetti e i trend più significativi che emergono vengono realizzate delle proiezioni che indicano la direzione che sta prendendo il marketing.
Una delle analiste della Forrester Research, Shar Van Boskirk, ha appena pubblicato la proiezione quinquennale sul marketing interattivo, che contiene alcuni spunti davvero interessanti.
Pare infatti che, grazie alla recessione, i marketers abbiano capito che il marketing interattivo è più efficace rispetto all'advertising tradizionale in termini di spesa. E' vero che i budget per l’online sono calati, ma sono calati di meno rispetto agli altri budget. Sei marketer su dieci fra quelli intervistati erano d’accordo con l’affermazione “aumenteremo il budget per il marketing interattivo spostando denaro dal marketing tradizionale”. Solo il 7% ha affermato “non abbiamo piani per aumentare il nostro budget di marketing”.
Diversamente dall’ultima recessione, il marketing digitale non è più in una fase sperimentale. Ora sembra che l’advertising tradizionale sia inefficiente rispetto al digitale. Più di metà dei marketer intervistati ha affermato che l’efficacia di direct mail, TV, riviste, cartellonistica, giornali e radio rimarrà uguale o diminuirà nei prossimi tre anni. Al contrario, oltre il 70% si aspetta che l’efficacia di canali come i social media, i video online e il mobile marketing sia destinata a crescere.
Il risultato è che il digitale, che rappresenta il 12% circa della spesa totale in pubblicità del 2009, dovrebbe arrivare al 21% in cinque anni. Lungo il cammino, il budget totale per la pubblicità non dovrebbe crescere molto.
Ciò vuol dire che già oggi i marketer sono, chi più chi meno, marketer digitali, dal momento che il digitale è al centro di molte campagne. Di conseguenza, i media tradizionali sono nei guai, o quantomeno nel mezzo di una trasformazione. Per esempio, i video pubblicitari online, per i quali quest’anno si sono spesi circa 870 milioni di dollari, arriveranno a 3 miliardi di dollari nel 2014. Questa situazione porterà sempre più network a caricare i propri programmi in rete su siti come Hulu. Forse anche alcuni giornali pianificheranno una presenza sempre più incentrata sull’online.
Questo significa anche che i social media, che fattureranno quest’anno 716 milioni di dollari fra campagne sui social network e costi d’agenzia, genereranno 3 miliardi di dollari in cinque anni. E tutto ciò senza contare i banner sui social network (che sono conteggiati in una categoria a parte). Di tutte le parti del digital marketing, il social network marketing è pronto ad essere quello con la crescita più esplosiva.
Gli esperti hanno proclamato la fine dei mass media e della pubblicità tradizionale per anni. In realtà, come afferma Josh Bernoff (il cui post ispira questo articolo), le cose muoiono molto lentamente, ma ci sono realmente dei trend visibili. Se lavorate nella pubblicità, è meglio che impariate a parlare la lingua del digitale, perché è in quella direzione che sta andando il mondo.
Certo, ci sono anche le voci fuori dal coro. Molti affermano infatti che si tratta di situazioni già capitate in passato, di media dati per spacciati e che invece sono tuttora vivi e vegeti. Credo pero' che la questione sia leggermente differente. Non si tratta infatti di una lotta fra media, bensì di localizzare il controllo: una volta il controllo era totalmente concentrato nelle mani dei media, ed era quindi lì che si indirizzava la maggioranza degli investimenti pubblicitari. In definitiva, basta pensare a come e dove si sia spostato il controllo negli ultimi anni per capire anche la direzione in cui si potrebbero muovere gli investimenti...Un indizio? Inizia per Social e finisce con Network...