«Diciamola tutta: nella pubblicità i creativi non servono a niente. La creatività è in mano a tutti e un’intuizione può venire a chiunque». Mirko Pallera ha le idee chiare: la pubblicità del futuro si basa sulle persone e sulle relazioni e solo i media in grado di garantire questo potranno ospitare campagne davvero efficaci .
Pallera, insieme ad Alex Giordano, è uno dei fondatori di Ninja Lab, un laboratorio specializzato in campagne non convenzionali che tra i suoi clienti ha Tim, Mulino Bianco, Artsana e Heineken.
Pallera, a sentirla parlare sembra che la pubblicità in tv stia per scomparire.
«Nella nostra società la tv sta perdendo la sua centralità. A differenza della Rete, non garantisce un rapporto paritario fra le parti in causa e il Consumatore non può dialogare o criticare un’azienda. Prenda quello che è successo con una recente pubblicità tv della Lactacyd dove si dice che 42 donne su 100 sono favorevoli alle ronde per la loro sicurezza: un dato, si è scoperto, privo di ogni scientificità. Ma attraverso la tv questo non si può discutere. In Rete è invece montata una polemica».
Ma la pubblicità non è sinonimo di persuasione, anche ad ogni costo?
«Lo era. Con Internet la pubblicità e il marketing si basano di più sulle relazioni. Per questo fino a qualche tempo fa anche su Internet si pensava soprattutto a video virali, oggi il passaparola si appoggia alle applicazioni di Facebook e dell’iPhone».
Insomma, la pubblicità del futuro è solo su Internet?
«No. Anche fuori. Però le aziende devono ricordarsi di mettere al centro del loro messaggio le emozioni e le persone e non solo il loro prodotto».
Articolo di Federico Ferrazza