Lo scorso 5 maggio è stato presentato Train de Nuit, scritto e diretto da Jean-Pierre Jeunet (già regista tra gli altri de Il favoloso mondo di Amelie) ed interpretato da Audrey Tautou (la sognante e romantica Amelie appunto). Ma se pensate che si tratti di un nuovo film francese, magico e commovente, sbagliate, perché è l’ennesimo mini film realizzato da un marchio, o come lo definisce lo stesso regista francese un “cortometraggio finanziato da Chanel”, realizzato per l’88° anniversario dell’iconica fragranza Chanel n 5.
L’attrice e il regista hanno dichiarato come entrambi non abbiamo mai avvertito, durante le riprese si trattasse di uno spot.
Sono state effettuate più riprese e più corte rispetto ad un film vero, ma si è lavorato esattamente come se si trattasse di un lungometraggio. E questo è evidente anche nelle scelte del regista, basti pensare come questi, cercando un equilibrio tra presenza e mistero, abbia deciso di inserire il flacone e il marchio nel film in maniera molto evocativa ed emozionale, proprio per raggiungere l’obiettivo che è quello di raccontare una storia, legando il prodotto e il marchio ad un emozione che l’utente può rivivere attraverso il ricordo.
L’inconfondibile flacone Chanel n 5 appare in una scena (molto bella) all’interno dello scompartimento della Tautou: le luci filtrano attraverso le finestre e il riflesso del profumo si rifrange sulle pareti. Il marchio invece compare alla fine, con i due protagonisti (il protagonista maschile è il modello Travis Davenport) che finalmente si incontrano e si abbracciano su un mosaico con le due C di Coco Chanel incrociate.
Il mini film, di cui sono disponibili sul sito due versioni, una di 2’2’’ e una di 60’’, racconta appunto la storia di un incontro tra un uomo e una donna durante un viaggio sull’Orient Express da Parigi alla Turchia. Un viaggio tra atmosfere sognanti, esotiche ed eleganti, fatto di misteri, rimpianti, incontri mancati, segreti… Bellissima la fotografia che richiama in alcuni momenti le tonalità calde del profumo, e bellissima la Tautou, voluta dal regista per i suoi intensi ed espressivi occhi. Dice infatti il regista che molte scene che in un lungometraggio di solito durano più di 10 secondi, in un cortometraggio durano appena un secondo e l’unica che secondo Jean-Pierre Jeunet poteva comunicare tutto il mix di emozioni che viviamo insieme alla protagonista, era proprio la Tautou.
Per quest’ultima tra l’altro il 2009 è l’anno Chanel visto che è la protagonista del film di prossima uscita su Coco Chanel e protagonista del nuovo spot Chanel n 5 dopo Nicole Kidman, ricordate il precedente mini film con l’attrice australiana in stile Moulin Rouge?
Del resto questo non è il primo advermovie realizzato, anzi questo genere di advertainment, che utilizza come canale internet, ha già lunga tradizione. Al principio fu The Hire nel 2001, con otto cortometraggi, extra lusso firmati BMW, che vedono un unico protagonista, Clive Owen nella parte di una misterioso autista che, episodio dopo episodio, si trova a dover scorrazzare personaggi in giro per la città, guidando sempre al limite e in maniera piuttosto spericolata.
Bello e divertente l’episodio, Star, con protagonista Madonna e come regista l’ex marito Guy Ritchie, che sui capricci dell’ex moglie era stato più che lungimirante… Tra l’altro questa serie di spot ha dato vita negli USA, nel 2005 anche ad un fumetto, che vede come protagonisti The Driver e tutte le vetture della casa tedesca, anche in questo caso alle prese con misteri, rapimenti, avventure ed ovviamente corse impossibili…
Come non menzionare poi PirelliFilm con i suoi due cortometraggi: il primo, The Call, interpretato da John Malkovic e Naomi Campbell, e il secondo, Mission Zero, interpretato da Uma Thurman, sulla falsa riga di Kill Bill.
Successivamente altri marchi, Nike, Adidas, Microsoft, Ford, Coca-Cola solo per citarne alcuni, hanno puntato molto sui mini film, come nuovo canale del permission marketing, in grado di creare valore per l’utente, ma anche interazione e coinvolgimento emozionale e sensoriale. E questa scommessa sembra vinta, non solo perché grande successo riscuotono fra gli utenti, ma anche perché per la qualità, la creatività e l’innovazione, come già espresso qualche giorno fa, crediamo sia doveroso annoverare gli advermovie fra le migliori forme di cinema contemporaneo.