Per la prima volta dopo parecchio tempo sono riuscito a passare qualche vero giorno di vacanza in senso letterale: non ho pensato al lavoro, non ho pensato agli impegni di ricerca, non ho scritto questo post… addirittura sono stato in vacanza dalle vacanze di natale!!!
Si, spero non vi sarete incazzati se non ho risposto ai molti auguri di natale/capodanno che mi sono piombati addosso dalle più svariate piattaforme (mobile, mail, social network…). Da una sola cosa non sono riuscito ad andare in vacanza: dalla “social network mania”. Perfino mio padre (vecchio latinista 70enne) mi chiedeva del funzionamento di Facebook!
Ho goduto nel vedere come parenti ed amici più giovani sciorinavano con disinvoltura padronanza in materia di Facebook, MySpace e dei loro fratellini (Twitter, FriendFeed, Flickr e compagnia bella). Diciamoci la verità: tutti, nel nostro piccolo, pensiamo di conoscere nel profondo tutte queste applicazioni e di saperle usare alla perfezione. I più giovani pensano che sia un scienza infusa per diritto generazionale, per non parlare poi di noi, smanettoni di internet, che ne abbiamo fatto addirittura una scienza!
In realtà, se ci fermassimo un attimo a ripensare a come ci comportiamo sui social network, potremmo stupirci del numero di errori che commettiamo. Sulla scia di un articolo di David Spark su Mashable, ci divertiamo ad elencare elencato molti errori commessi proprio da coloro i quali si considerano “guru dei social media”. Noi pur non essendo guru molti li abbiamo commessi! E voi?
Rispondere a tutti i commenti negativi – Quando qualcuno parla male di noi, sul nostro spazio o su quello di qualcun altro, la prima reazione è andare a rispondere per le rime. Ma non sempre questo comportamento è corretto: innanzitutto comporta una grossa perdita di tempo, risultando inoltre spesso infruttuosa in quanto il più delle volte si ha a che fare con persone con le quali non c’è modo di ragionare.
Partecipare a discussioni su argomenti inutili che degenerano il più delle volte in insulti per incrementare il traffico – Molti ritengono che discussioni accese e insulti portino ad un interesse verso l’argomento e di conseguenza ad un incremento del traffico web. Ebbene, non bisogna farsi ingannare: attirare un target che non ha niente a che vedere con l’oggetto della discussione, ma che vuole soltanto partecipare alla rissa non è un modo efficace per costruire la propria audience.
Ingaggiare talenti vocali alla cifra di $2,000 per far leggere un podcast – Spark porta l’esempio di Paul Dunay, Direttore generale di Integrated Marketing alla BearingPoint. Dunay ha fatto un grossissimo errore quando ha deciso di fare del podcasting. Il suo primo show fu proprio un rapporto letto da un ingessato speaker per $2,000. Il podcast che ne risultò suonava come la registrazione di un libro e I suoi colleghi ne furono inorriditi. Quell’episodio non fu mai pubblicato ma il talento vocale fu pagato.
Inviare ai vostri amici una newsletter indifferenziata – Sempre più spesso ci capita di ricevere mail indirizzate a decine o centinaia di persone, che ci raccontano gli ultimi sviluppi sentimentali sulla vita di una persona che magari non sentiamo più da anni. Cercate di tenere aggiornata la vostra rubrica, non tutti sono felici di trovare i fatti vostri nella propria casella di posta.
Assumere che un social media non esisteva prima del vostro arrivo – Iscriversi ad un social media ed iniziare a comportarsi come a casa propria non è il massimo dell’educazione nei confronti di chi quel posto lo frequenta da molto più tempo di voi. L’ideale è iniziare a prendere confidenza con il network e chi lo frequenta poco a poco, imparare ad usare le funzionalità correttamente, capire con chi si ha a che fare e solo dopo decidere forme e contenuti dei propri messaggi.
Inviare un commento sulla bacheca del profilo Facebook personale – Possiamo considerarlo l’errore da pivelli di Facebook: riceviamo un commento sulla nostra bacheca e rispondiamo lì, invece di andare su quella di chi ci ha commentato. Non vi sembra un errore calmoroso? Andatevi a rileggere la Netiquette.
Non iniziare conversazioni con persone che vogliono soltanto cercare d’imporre le loro iniziative – Occhio a tutto quello che si dice su di voi e sul vostro brand. In giro per i social media c’è un sacco di gente pronta a sfruttarvi come sanguisughe e trarre vantaggio dall’autoassociarsi a voi. Cercateli, scovateli e sbugiardateli.
Riempire in modo artificioso un sito web con caratteristiche e contenuto senza parlare con i vostri clienti – gli utenti di un sito web sono la prima cosa a cui guardare quando lo si progetta. Se creiamo un sito pensando solo a noi stessi, a cosa vogliamo che ci sia e cosa no, senza pensare a chi lo andrà ad usare, commettiamo uno degli errori più gravi che esistano. Spesso è più importante spendere il proprio tempo comunicando con il proprio pubblico e cercando di capire di cosa hanno bisogno che aggiornare in continuazione il sito con materiali che nessuno troverà interessanti.
Stare troppo attenti a quello che dite online – Molti di noi usano i social network per crearsi delle identità parallele. Sono estremamente cauti riguardo quello che dicono e come lo dicono, omettendo spesso informazioni delle quali magari si vergognano. Ma ciò che dà ad un social media il suo valore è che esso è autentico, vero e non finto. Se lo trasformiamo in qualcosa di falso, ne miniamo noi stessi le fondamenta e l’utilità (ricordate il Cluetrain Manifesto ?).
Non difendersi da soli quando le persone dicono cose negative su di voi online – Spesso può essere una buona idea avere altri che vi difendono in una discussione pubblica. Non c’è niente di meglio di una persona, magari autorevole nella comunità in cui scrive, che ci difende e smentisce eventuali opinioni negative nei nostri confronti.
Accettare richieste di amicizia da persone che a stento conoscete – È forse l’errore più comune, alzi la mano chi pensa di non averlo commesso. Abbiamo aperto il nostro bel Facebook o Twitter e subito ci viene presentata la funzione che ci permette di trovare i nostri amici. Peccato che la nostra casella mail è piena di indirizzi di semisconosciuti, che puntualmente ci ritroviamo come amici sui social network. Situazione che peggiora col tempo, accettando tutte le richieste di amicizia senza preoccuparsi di dare almeno uno sguardo al profilo di chi ce la chiede.
Inseguire le donne su Facebook – Direttamente collegato al precedente. L’overdose di amicizie è accentuata ancor di più dalla “caccia alla donna”. E così appena tra gli amici di qualche nostro conoscente spunta una bella ragazza (anche se spesso di bello c’è solo la foto...) ecco che parte la richiesta d’amicizia. Non vi ci riconoscete, ragazzi? Aprite la vostra lista amici di uno dei vostri social network e poi rispondete…
L’appetito vien mangiando, e infatti, proprio oggi durante la nostra pausa pranzo chiacchierando con i ninja ho preso nota di altri due gravi errori da evitare.
Inviare in continuazione notifiche dal proprio profilo – Una delle cose più odiose quando si apre la propria pagina personale è trovare la sezione sugli ultimi aggiornamenti monopolizzata da un unico utente, che a quanto pare ha passato l’intera giornata a smanettare sul proprio profilo inviando tonnellate di test e catene di Sant’Antonio. Inserite tutte le applicazioni che volete ma lasciate stare le notifiche, chi vuole provarle lo può fare direttamente senza dover leggere tutto ciò che avete fatto quel giorno.
Utilizzare i social network per scopi spudoratamente pubblicitari – Molte aziende si sono lanciate a capofitto nel mondo dei social media, trasformando le proprie pagine personali in cartelloni pubblicitari interattivi. Potrete anche richiedere un gran numero di amicizie, ma una volta verificato che non c’è nessun contenuto minimamente interessante per l’utente al di là della mera pubblicità, verrete eliminati all’istante dalle liste amici.
Noi questi errori li abbiamo commessi tutti (tranne prezzolare lo speaker per i podcast) e voi?
Forse ne avrete commessi anche altri, magari anche peggiori di questi. A voi la parola, sfogatevi e cerchiamo di allungare l’elenco!