Le inserzioni pubblicitarie sono cliccate in media da 20 utenti su 10mila, dice Business Week: ma solo da 4 su 10mila nelle pagine dei social network come Facebook e MySpace.
Perchè?
Evidentemente, quando usano i social network, le persone sono più orientate a collegarsi con gli amici che a farsi distrarre dai messaggi commerciali.
E in effetti, i social network sono forse più il futuro della posta elettronica che il futuro dei siti commerciali: sono vissuti più come strumenti di comunicazione tra le persone che come luoghi pubblici orientati alle relazioni monetarie. Sicchè, dopo il boom di attenzione finanziaria su questi servizi, oggi assistiamo a un ripensamento.
Il fatto è che la pubblicità online è una disciplina in continua evoluzione, sempre meno distinta nel vasto insieme delle attività di marketing innovativo, da un lato, e dei servizi per le vendite in rete, dall'altro.
Per occuparsene, il pensiero ha bisogno di un supporto ideativo profondo e libero da pregiudizi.
Un libro recente che aiuta in queste attività è "Marketing non-convenzionale" di Bernard Cova, Alex Giordano e Mirko Pallera (edito da Il Sole 24 Ore).
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