La pubblicità è un piccolo momento d’estasi.
Qualcuno avrà da dissentire ma io ne sono convinta (anche se c'è pubblicità e pubblicità), ma comunque questo titolo vuole essere – non a caso naturalmente – un riconoscimento all’impeccabile Neri Marcorè e al suo primo insegnamento – ‘i cioccolatini sono piccoli momenti d’estasi’ – impartito agli allievi delle sue Lezioni di Cioccolato.
Onore al merito del maestro d’arte cioccolatiera e plauso speciale anche al film in sé che – citando Chocolat con la superba Juliet Binoche - è leggero e mai noioso, godibile insomma.
Forse l'avrete visto, uscito in pieno periodo natalizio, il cioccolato l’ha spuntato sui (cine)panettoni e soprattutto l’ha spuntata Perugina, ragion per cui, seppure a distanza di mesi, del film e della macchina del marketing mossa per la sua realizzazione se ne continua ancora a parlare.
Infatti, al di là delle considerazioni critiche in merito alla pellicola, Lezioni di Cioccolato – più che per la storia, per il buon malgrado-Grande-Fratello Luca Argentero e per Violante Placido - interessa soprattutto per l’esperimento tutto italiano di product placement dopo il Dlgs 28/2004 salva-pubblicità “occulta”, che in questa produzione vede realizzato un maxi-spot lungo 99 min.
Distribuito da Cattleya e da Universal Pictures, Lezioni di Cioccolato nasce proprio da una studiata operazione di product placement in collaborazione con Perugina.
A differenza di altri film, in cui i brand fanno solo fugaci apparizioni, buona parte della trama di questo si svolge tra le mura della proposta di Di Pietro di pensare ad una sola tv pubblica senza pubblicità, pagata dal canone, il product placement potrebbe dimostrarsi una soluzione valida al taglio degli spazi per i passaggi Tv.
Una mossa per non farsi prendere in contropiede.
Ma saremo pronti a vedere andare in scena i prodotti?