Attaccati nei luoghi pubblici – tra cui, irriverentemente, sulla bacheca con l'ordine del giorno del consiglio comunale – questi adesivi sono laconici ma efficaci: su sfondo nero, il testo bianco parla di “Vimodrone = Kaos” o “Zona a rapina libera”, firmato odiovimodrone.blogspot.com.
Un' ottima tecnica di stickering: inevitabile infatti non andare sul sito web indicato e cercare di scoprirne di più. Clicchiamo quindi sull'indirizzo e scopriamo un blog piuttosto semplice e artigianale intitolato La vita nell'hinterland milanese, firmato dal Sig. Brambilla.
L'argomento dei post ? Esperienze di vita quotidiana e critiche alla vita nel paese di Vimodrone, alternate a considerazioni di politica nazionale - eh si, si parla anche di Berlusconi.
Soprattutto, però, attacchi ad un centro abitato “dormitorio: Sono sempre più sconcertato...più passo il mio tempo in questo paese e più mi rendo conto che è un paese dormitorio ! Non c'è nulla, niente per i giovani ma niente neanche per noi adulti...”
Stanchezza e noia che sfociano in una campagna di viral marketing ?
Magari si, anche perchè, a mio parere, il blog che sta alla base non ha nulla di sofisticato tanto da supporre un'iniziativa pubblicitaria.
Sforzandoci e congetturando, potremmo arrivare a pensare ad una mossa per una campagna politica in vista delle elezioni amministrative di quest'anno. E da questo punto di vista uno stickering politico rappresenterebbe qualcosa di originale e viralmente imitabile anche da altri. In modo bipartisan, si intende.
Il blog comunque inizia a raccogliere commenti e approvazione, trovando la simpatia dei cittadini.
Se di campagna elettorale si tratta, lo scopriremo nel giro di qualche mese: il tempo di arrivare alle urne. Se, invece, si tratta di un misterioso V nostrano che combatte contro il sistema, seguiremo la sua virale e brillante iniziativa.
In entrambe i casi, onore allo stickering, nuovo linguaggio di protesta.
Articolo originale di Nicola Ferrari