Nata a San Francisco nel 1992, la Critical Mass è una passeggiata in bicicletta auto-organizzata. Non si tratta di competizione sportiva, né ha fini commerciali.
Sono migliaia di persone che si danno appuntamento in un dato luogo e ad una data ora, solitamente l’ultimo venerdì del mese in varie città del mondo, per usare il proprio mezzo di locomozione preferito: la bicicletta.
I meccanismi di comunicazione alla base dell’organizzazione della manifestazione sono gli stessi delle Smart Mobs, le aggregazioni spontanee rese possibili grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali.
In oltre 14 anni le Critical Mass si sono moltiplicate e diffuse in tutto il mondo. A Londra come a New York, Budapest, Roma e Milano, i ciclisti urbani hanno invaso le vie delle città strappandole, per un giorno, al monopolio delle auto, allo slogan di: “We are traffic”.
Forma di rivendicazione delle strade, dunque, e occasione per una bella passeggiata in bici le Critical Mass sono manifestazioni “spontanee” dove non ci sono leader né organizzatori, ma migliaia di ciclisti per strada e basta.
Il fenomeno delle Critical Mass ha motivazioni ambientali e sociali importanti.
Esso può essere letto come un rifiuto dello strapotere delle automobili e dei mezzi a motore, del traffico stressante e dei problemi climatici e ambientali emergenti ormai noti. Le Critical Mass urlano la loro protesta contro la dipendenza dal petrolio e delle continue guerre per accaparrarsene il controllo del commercio.
Inutile evidenziare che tutto avviene illegalmente, senza autorizzazioni da parte delle amministrazioni locali, in conflitto con gli automobilisti e le forze dell’ordine.
Per i mezzi d’informazione si tratta di un movimento di protesta politica e sociale.
Del resto, è chiaro un certo legame di questi fenomeni “casuali” con i movimenti ambientalisti di ecologia sociale, a volte anche provocatori. Certo è che si tratta di una dimostrazione concreta che l’alternativa di una città più umana, bella e sana è possibile.
Basta volerlo in tanti !
Tra l’altro è anche un modo stravagante e divertente per sollecitare le pubbliche amministrazioni nella realizzazione di infrastrutture idonee, come queste benedette piste ciclabili di cui tanto si parla, ma poche se ne vedono ! Con buona pace dei PM 10 !
Alla base di tutto c’è una filosofia di vita, lo slow style, e l’amore per le due ruote.
Quel fantastico mezzo di trasporto che quando eravamo piccoli rappresentava indipendenza e libertà. Se si rompeva non dovevi gettarla via ( come questi diavoli di strumenti moderni che non conviene mai riparare ma piuttosto acquistarne di nuovi ! ), ma dovevi recarti nella bottega del vecchietto che le riparava e in pochi minuti, per qualche spicciolo, ritornava come nuova...e via verso nuove avventure !
Oggi quei luoghi con l’insegna BICICLETTE appesa fuori, magari scritta a mano, stanno rifiorendo. Milano, Roma, Bergamo, Faenza, Vicenza, Firenze, Catania, Cosenza, in molte città d’Italia si sta dando vita alle Ciclofficine.
Cosa sono le Ciclofficine ?
Una via di mezzo tra la tradizionale bottega del vecchietto di cui sopra, il magazzino dei ricambi, l’associazione culturale, il centro sociale ed il laboratorio sperimentale.
Le Ciclofficine sono luoghi dove è possibile riparare e imparare a riparare le bici. Un laboratorio dove far tornare in vita quelle rotte e abbandonate, un luogo dove poter trovare gli strumenti necessari, i pezzi di ricambio e qualcuno con le competenze adeguate che sappia curare la manutenzione e la riparazione delle bici.
Un piccolo covo dove poter condividere la propria passione per le due ruote e diffonderne l’uso. Le officine collettive sono solitamente gestite da chi le frequenta. Dove tutti danno una mano e fanno ordine e pulizia e non solo.
Quelle più attive, oltre al noleggio e alla custodia, organizzano corsi di riparazione e uso della bici per ragazzi, lezioni e campionati di ciclomeccanica, eventi culturali, come il Bicycle Film Festival, aperitivi a tema, e tanto altro.
Solo per fare un paio di esempi
L’associazione +bc di Milano è una libera unione di meccanici e inventori. Gestisce due ciclofficine sperimentali dove, oltre ad insegnare l’arte della manutenzione della bici ad adulti e ragazzi, si progettano nuove forme di veicoli a trazione umana.
La Ciclofficina Popolare Don Chisciotte, invece, si trova a Roma. E’ un luogo di incontro, dove la bicicletta diventa il simbolo di un impegno quotidiano e punto di partenza di un percorso di riflessione sul consumo e il riciclo degli oggetti, e sulla mobilità prigioniera delle logiche di potere del petrolio.
Se siete appassionati di velocipedi e volete diventare esperti artigiani di copertoni, camere d’aria e forature, e avete una certa sensibilità per questi temi non dovete far altro che recarvi in una di queste associazioni-officine.
Hai voluto la bicicletta ???
Articolo originale di Sandra Del Giovane