La location ora è Francoforte, e stavolta la campagna di sensibilizzazione contro il maltrattamento dei prigionieri si è spostata all’interno delle banche.
Luoghi più che mai rappresentativi di quelle lobby di potere la cui ombra è presente ovunque.
L’agenzia che ne ha curato la realizzazione è la Publicis Frankfurt , alla quale faccio i miei complimenti.
Nel comune armadietto porta oggetti troviamo questi prigionieri (penso siano degli sticker) vittime non solo di maltrattamenti fisici, ma di una vera e propria campagna di annientamento della loro dignità umana.
Ma perché scegliere le banche come luogo deputato a veicolare tale messaggio?
Nel momento in cui noi ci accingiamo a depositare i nostri piccoli averi, quasi ci prende un colpo nel vedere quella piccola ombra, che solo strizzando meglio gli occhi si mostra chiara e nitida e l’unica che loro hanno è la disperazione.
L’armadietto, rappresenta la loro prigione e questo come a significare che sono dentro la morsa di qualcuno non solo più grande di loro ma forse anche di noi.
Quel qualcuno che forse noi non potremmo mai riuscire a combattere: il Dio Denaro.
Quindi la sensazione che potremmo provare è di ribrezzo verso i nostri soldi, che probabilmente pur avendoli guadagnati onestamente e con il sudore, ci rendiamo conto che forse non li stiamo investendo nel modo migliore..
Certo è una campagna molto forte, che forse vuole agire un po’ sui sensi di colpa della gente, però forse solo così si riescono in qualche modo a mobilitare le coscienze.
Che forse Amnesty ci vuole ricordare che tutti noi, anche se non ne siamo coscienti, abbiamo comunque degli scheletri dentro l’armadio?